Dell’amore

 

Una delle tante cose di cui si può accusare questo blog, e di conseguenza il suo autore, è di essere eccesivamente sentimentale, fino a sfiorare il sottile confine con il melenso. E’ vero, è una critica che accetto. D’altronde, questo quaderno è a questo che serve: a confinare quel lato patetico che a quanto pare fa parte di me, in un luogo definito: il Tartaro del mio cuore.

Eppure, almeno questo me lo concederete: se c’è una parola che di rado ho scritto, quella parola è proprio Amore.

E non è un caso. E’ forse una delle poche parole che non amo. La trovo ridondante, barocca. Quasi inutile, ed impronunciabile come una maledizione. Uno scrigno ingannevole, dal contenuto apparentemente dolce ma in realtà mellifluo, e che non fa che attirare le mosche. Ancor peggio va alla declinazione “Ti Amo”. Quanto di peggio mi possa capitare di leggere, o di sentir dire: un’espressione capolavoro nella propria vuotezza, probabile contenitore di menzogne. Polpetta avvelenata della lingua, e nei peggiori dei casi, dei sentimenti.

No, non lo amo proprio, l’amore.

Come non amo altrettanto la parola “passione” e  i suoi derivati, specialmente in un contesto sentimentale. Perchè la trovo una parola scontata, venduta come la “Leggerezza” sui formaggi, la “Purezza” dell’acqua, “L’Onestà” dei candidati a una carica pubblica.

Amore e Passione sono, ai miei occhi, solo pubblicità.

E della pubblicità si portano dietro lo stesso sottinteso: “Io ti dico questa cosa, ma non prenderla alla lettera”. Perché come la pubblicità, le parole “Ti Amo” richiedono un processo critico, prima di essere accettate. Devo sapere da chi vengono, in quale occasione, con quale scopo. E non pensiate che sia cinismo. Voglio che queste parole vengano pesate quando sono io a pronunciarle, alla stessa maniera in cui si pesano gli ingredienti prima di cucinare la pietanza che ci nutrirà prima che si faccia sera. Perché se l’amore esiste, e risponde al nome con cui lo chiamiamo, non somiglia di certo a un gioiello della corona. Non se ne sta appollaiato sulle torri d’avorio, imperturbabile ed eterno. L’amore cambia, come cambia il profumo della cucina di sera in sera, e il sapore che condividiamo seduti intorno alla stessa tavola, stanchi della vita che abbiamo vissuto per poter arrivare a questo momento. E i sapori ed i profumi non si dicono. Si gustano, e al massimo li si racconta.

Ferro 3 – La casa vuota – (Diretto da Kim Ki Duk)

 

Dell’amoreultima modifica: 2016-05-19T12:15:43+02:00da lab79
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