Cuore di cane

“Al cuore si comanda” dissi; ma quasi sottovoce, perché già sapevo di dire cosa poco gradita, e infatti nel suo sguardo ci fu un momento di incredulità mista a sufficienza. L’atteggiamento che hanno gli spiriti illuminati quando ne incontrano uno ancora nel buio. Ma in maniera gentile, perché dopotutto è una amica. E di questa gentilezza le sono grato.

Si fermò per qualche istante a spiegarmi che no: il cuore è libero e i suoi sentimenti fluiscono e sgorgano e bisogna lasciarli scorrere e per il benessere del proprio karma. Che Comandare il Cuore è un’illusione.

Ed io sorrido pensando che “Al cuore si comanda” è palesemente una provocazione: l’antitesi del luogo comune “Al cuore non si comanda”. E in quanto antitesi di un luogo comune, il suo scopo è quello di portarci da un’altra parte.

Perché mi pare ovvio che al cuore non puoi impedire di sentire. Ma gli devi insegnare a reagire. E lo penso nello stesso momento in cui lo faccio, perché da una vecchia crepa era percolato al suo interno un’illusione, che lo ha fatto battere un pochino più forte, un pochino più veloce. Ma non era cosa, non era il momento e forse nemmeno il caso, e comunque non dipendeva soltanto da lui. Ma anche dal cuore di qualcun altro.

Perché il cuore è un animale: morde e divora quando ha fame, o si impaurisce e scappa quando ferito. Si rifugia in boschi tetri e non ha regole. E se lo lasci fare, sa fare del male. Ma non è un animale cattivo: e gli puoi insegnare a camminare a fianco, godersi la compagnia degli altri cuori che ci sono intorno, e leccarsi le occasionali ferite quando, di tanto in tanto, ci si scontra con gli altri.

Più correttamente, avrei dovuto dire che ” Il cuore va educato”

Perché altrimenti è inutile indignarsi perché le persone si fanno del male in nome del cuore selvaggio. “Delitti passionali”, li chiamano, come se fosse una giustificazione, e invece delitti restano. Ma senza arrivare a tanto: fare del male in nome dell’amore, della passione, tutto per togliersi la soddisfazione di un momento, non è esperienza rara.

E intanto il mio cuore tira il guinzaglio e mi richiede qualche coccola. Forse perché invecchiando si è fatto mansueto, ma non per questo non sente il dolore sottile del rifiuto.  E allora oggi e per qualche giorno gli cederò un biscottino in più, e qualche coccola extra. E con il mio cuore a guinzaglio, me ne vado a spasso per il resto del giorno che ancora resta, prima che si faccia di nuovo sera.