A domani

Si, certo. Come no.

Ed è che ci si fa prendere dalla nostalgia, e non si sa neanche nostalgia di che. Forse degli anni in cui ancora facevo propositi per l’anno nuovo. Forse per i sogni che man mano mettevo nel cassetto, che un giorno arriverà il momento, che un giorno chissà, magari.

Magari no.

E infine quel giorno forse è arrivato, ed è stato belllissimo. Ma è già passato, non è stato ieri ma un giorno qualunque dell’altro ieri, ed è vero: non è stato quello mi aspettavo. Ma non importa, va bene uguale.

Ora scrivo e a malapena rileggo quel che scrivo, sotto il peso plumbeo del sonno i miei occhi si chiudono. Come le chiuse a trattenere i sogni nel loro bacino, per non farli tracimare. Ma è tardi, ormai. L’alba non è lontana, e dei sogni non rimane che un letto sfatto quando il sole è già piegato verso il tramonto. La chiusa non ha retto, la diga si è lasciata tracimare, il lago è esondato. Dei miei sogni non ne rimane quasi niente.

E mi sorprendo ad augurarmi di non farne più di sogni. Di dormire finalmente un sonno vuoto, silenzioso, cieco. Un sonno in cui poter dormire ancora, e recitare l’unica poesia che ricordo ancora a memoria.

“…Caro m’el sonno, e più l’esser di sasso

finché il danno e la vergogna dura

non veder, non sentir m’è gran ventura

Però non mi destar, deh: parla basso.”

https://www.youtube.com/watch?v=1D5PtyrewSs

A domaniultima modifica: 2016-01-01T04:23:17+01:00da lab79
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